Un confronto a più voci su propensioni imperialiste e sviluppo ineguale e combinato,
organizzato da ControVento e Puntocritico.info.

Qui la locandina in PdF                                                                                       Qui la locandina invito in pdf

La Cina è la nuova potenza del nuovo secolo. Comunque la si voglia definire, la novità sconvolge gli equilibri mondiali. Una gigantesca conferma per la legge dello sviluppo ineguale e combinato del capitalismo. E una sfida appassionante per gli internazionalisti: il movimento operaio non può fare a meno oggi di considerare il gigante asiatico nel suo orizzonte strategico.

Lo sviluppo economico cinese è stato impressionante e storicamente eccezionale, per dimensioni e rapidità: in quarant’anni il suo PIL (a prezzi correnti) è passato dai 284 mld di dollari del 1982 (ottavo al mondo, solo l’8,5% di quello USA) ai 17.890 mld del 2022 (secondo al mondo, 70% di quello USA). Questo sviluppo è stato segnato dalla trasformazione sociale nelle campagne, le Zone Economiche Speciali, la concentrazione della produzione manifatturiera internazionale (la fabbrica del mondo), l’entrata nel WTO nel 2001 e la crescita, nell’ultimo decennio, di grandi conglomerati pubblici e privati che hanno scalato le classifiche internazionali (142 imprese nelle prime 550 di Global Fortune 2023, contro le 136 americane, a partire da tre nelle prime dieci: State Grid, China National Petroleum e Sinopec).

Questo sviluppo è stato trainato dall’espansione di rapporti di produzione capitalistici nella società cinese e da un impressionante sfruttamento dell’uomo e della terra (dalle fabbriche Foxconn alla devastazione ambientale delle dighe delle Tre Gole), è comunque avvenuto senza soluzione di continuità nella Repubblica Popolare Cinese e nella gestione del paese da parte del Partito Comunista Cinese, si è innescato nel quadro di una progressiva integrazione nei mercati mondiali che hanno inciso sulle tendenze produttive e sulla stessa formazione sociale cinese.

La conferenza, nel momento in cui la Cina assume con maggior evidenza un ruolo internazionale [allargamento BRICS, accordo tra Teheran e Ryad a Pechino, sviluppo della sua capacità militare], si propone di mettere a fuoco questi processi, per alcuni aspetti contradditori, alla luce della relazioni e delle dinamiche del mercato mondiale capitalista [sviluppo ineguale e combinato], aprendo una discussione sul possibile sviluppo di propensioni imperialiste cinesi sia dal punto di vista politico, sia (e soprattutto) dal punto di vista strutturale (concentrazione, finanziarizzazione, esportazione dei capitali, sviluppo di oligopoli, definizione di aree economiche di riferimento in competizione con altri poli capitalisti).

Ne parliamo con:

Luca Scacchi [ControVento]
Steven Rolf [autore di China’s Uneven and Combined Development],
Marco Bertorello [Jacobin Italia, autore di Capitalismo tossico]
Raffaele Sciortino [autore di Stati Uniti e Cina allo scontro globale]
Giulio Motosi [autore di Democrazia imperialista in Cina]
Pietro Acquilino [PuntoCritico]

VENERDI’ 1 DICEMBRE, ORE 17, 
Università degli studi di Milano
[Aula 435 Via Festa del Perdono 7]

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