L’irruzione avvenuta oggi sede centrale del Partito Obrero argentino a Buenos Aires (Bartolomé Mitre 2162) è solo l’ultimo atto in ordine di tempo di un governo reazionario che sta provando ad imporre al paese una stretta repressiva e una svolta autoritaria, a colpi di Decreti e leggi speciali (la Ley omnibus e poi la sua versione ridotta, la Ley bases, ora in discussione al Senato). Questa politica è stata accompagnata, oltre che da dichiarazioni e atteggiamenti dispotici, da una vera e propria persecuzione contro il movimento di massa e le opposizioni politiche che contestano più conseguentemente nelle piazza questa svolta autoritaria e la sua sostanza sociale, le politiche antioperaie e di austerità del governo nazionale. In prima fila nell’organizzazione e nello sviluppo di queste lotte popolari c’è il movimento piquetero, il Polo Obrero e il Partito Obrero. L’assalto alla sedi del movimento operaio e il tentativo di chiuderle è sempre stato il segnale evidente di una svolta fascista in un paese, con cui attraverso la violenza, le milizie nelle piazze o gli apparati dello Stato, si vuole non solo soffocare l’azione più determinata e organizzata della resistenza popolare, ma anche annichilire ogni forma di autonomia, indipendenza e autorganizzazione della classe lavoratrice. Per questo, nello stringerci in solidarietà al Partito Obrero e alla sua azione di denuncia alla Corte interamericana dei diritti umani, invitiamo tutte le organizzazioni del movimento operaio e della sinistra classista a sostenere attivamente la resistenza argentina contro il governo Milei, la sua politica antipopolare e la sua svolta autoritaria. Anche perché quello che oggi avviene in Argentina lo abbiamo visto in questi anni in forme e modalità diverse, ma con la stessa sostanza politica, in diversi paesi (Ungheria, India, Israele, ecc) e rischia, proprio dall’Argentina, di rilanciarsi nel mondo con ancora maggiore forza e determinazione
Oggi come ieri, la parola d’ordine contro le destre reazionarie non può che essere una da parte di tutte le organizzazioni sociali, sindacali e politiche della classe lavoratrice: no pasaran!