La multinazionale franco-italiana STM, con sede a Ginevra, ha presentato un piano industriale triennale, che prevede 2.800 esuberi (nel linguaggio padronale “esuberi” significa “licenziamenti”) a livello mondiale.
Nel sito di Agrate sono previsti dagli 800 ai 1.500 licenziamenti, ovviamente partendo dal non rinnovo dei contratti a tempo determinato, e dalle dimissioni spontanee (meglio sarebbe dire “spintanee”):
Un vero e proprio attacco ai lavoratori dello stabilimento di Agrate (5.300 dipendenti) della Brianza, dell’intera catena dell’indotto e di tutto il settore metalmeccanico che sta scioperando per il rinnovo contrattuale scaduto da anni.
Questo piano industriale della STM va ritirato!
Nei trascorsi anni la multinazionale ha ottenuto lauti profitti e distribuito ricchi dividendi agli azionisti. L’attuale “crisi finanziaria” non può e non deve essere pagata dai lavoratori. Oltre a ciò è bene ricordare che essendo compartecipata anche dal Governo italiano nel corso degli anni STM ha ricevuto cospicui finanziamenti pubblici, di cui hanno beneficiato azionisti e megadirigenti!
La lotta, gli scioperi dei lavoratori STM di Agrate sono determinanti come elemento di controtendenza per tornare a vincere e per una ripresa del conflitto di classe nel nostro Paese.
Al di là delle mozioni, dei tavoli istituzionali, molto spesso contraddetti dalla realtà e della scarsa volontà di lotta delle burocrazie sindacali, è la forza e la solidarietà dei lavoratori in sciopero l’elemento fondamentale.
Tutto questo ancor di più oggi in una fase caratterizzata da un attacco padronale e governativo all’insieme del movimento operaio:
riconversione dell’apparato produttivo in economia di guerra
attacco al diritto di sciopero col “decreto sicurezza”, che prevede anni di carcere per i lavoratori che lottano
la commissione nazionale di garanzia che considera “servizio essenziale” il trasporto di armamenti e sanziona gli scioperanti
i milioni di lavoratori dei diversi settori, che da anni sono senza contratto, coi salari più bassi d’Europa ed anche falcidiati dall’inflazione galopppante.
E’ quindi necessario:
rilanciare il conflitto sociale per vincere e far retrocedere la multinazionale STM ma anche per unificare le lotte per un forte recupero salariale, contro le leggi sul precariato, contro il riarmo e la guerra (si pensi al genocidio di Gaza)
fare convergere le lotta di milioni di lavoratori e lavoratrici per costruire un’opposizione sociale di massa a padroni e governo, attraverso una vertenza generale del lavoro per uno sciopero generale intercategoriale nazionale.

ControVento Monza,11/07/2025

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