1 Putin non è un pazzo.

O per lo meno può darsi anche che lo sia ma non è questo cioè che conta. E’ più importante comprendere che l’invasione dell’Ucraina fa parte di un disegno lucido e razionale conseguente ad uno scontro che esiste da svariati anni, la risposta ad un accerchiamento geostrategico messo in atto dagli USA da almeno 20 anni.

2 La resistenza Ucraina non è una resistenza popolare paragonabile a quella italiana contro il fascismo ed il nazismo.

Innanzitutto la resistenza italiana era caratterizzata da una asimmetria: c’erano in campo un esercito organizzato, strutturato e armato contro diverse formazioni partigiane con basi dislocate per lo più nelle montagne. Per questo le azioni erano per lo più di guerriglia: assalti rapidi, azioni di sabotaggio. La resistenza partigiana inoltre aveva differenti componenti politiche le quali erano accomunate non solo dalla volontà di abbattere il regime fascista ma anche dalla prospettiva di una società nuova e più giusta in netta contrapposizione rispetto al regime Fascista.

Questi due elementi non sono presenti in Ucraina in quanto si tratta di uno scontro tra due eserciti organizzati e ben armati, che si scontrano per la conquista territoriale e sebbene sia innegabile una certa superiorità Russa per quantità di armamenti, l’esercito Ucraino non è sicuramente un esercito popolare per brigate o bande che sostengono una guerra di resistenza in contrapposizione e per il superamento del governo Zelensky.

3 La NATO partecipa attivamente sin dall’inizio a questa guerra.

Innanzitutto è parte nelle cause profonde di questa guerra, inoltre fornendo armi sempre più tecnologiche e sempre più “pesanti” all’Ucraina, gigantesche esercitazioni militari degli ultimi 5 anni, supporto di intelligence all’esercito Ucraino, è come se stesse combattendo una guerra contro la Russia attraverso l’esercito e la popolazione Ucraina.Lo dimostrano anche le notizie provenienti dal vertice di Ramstein e il discorso di Biden del 3 Maggio ai lavoratori della Lockheed

4 Gli USA sono tra i principali beneficiari di questo conflitto:

Perché il cambiamento della politica energetica ed il perdurare di un conflitto armato in territorio Europeo implicano una dinamica di recessione economica che non può che favorire l’imperialismo Americano, la sua capacità di stabilirsi come polo energetico, di mercato e di produzione industriale.

5 Pagano il prezzo i lavoratori.

Il popolo Ucraino innanzitutto, ma anche quello Russo e tutti i lavoratori europei. Questo conflitto indebolisce non solo il tessuto industriale ma anche la capacità di rivendicazione dei salariati schiacciati tra recessione e oppressione di una società meno libera e meno giusta. In Italia abbiamo già in maniera piuttosto evidente: la fine ideologica di quella che sarebbe dovuta essere la transizione verde, una dinamica inflazionistica che mina i salari e le condizioni di vita delle masse di tutti i lavoratori, taglio conseguente delle spese sociali e per le famiglie, un aumento della repressione per una progressiva militarizzazione della società.

6 Per questo è importante che la guerra finisca al più presto possibile.

Dobbiamo essere consapevoli che lo scontro Ucraino si sta facendo sulle nostre teste e che il conto di tanta barbarie e distruzione materiale sarà presentato ai soliti noti: i lavoratori di tutti i paesi siano essi russi, ucraini, tedeschi, Francesi, Italiani… Siamo certi che non può esistere una differenza davvero sostanziale tra armi di difesa e armi di attacco che la resistenza Ucraina è una favola di comodo per giustificare gli interessi imperialisti in gioco e che inviare armi in Ucraina significa non solo alimentare la guerra come gettare benzina sul fuoco, ma anche a giustificare una scellerata corsa agli armamenti con conseguenti tagli a sanità, scuola, sociale.

Opporsi alla guerra significa opporsi all’invio delle armi ma anche alle politiche di guerra del governo Draghi.

Innanzitutto dire no all’invio di armi ed in secondo luogo a tutte le politiche liberiste di Draghi: tagli a scuola, sanità, sociale. Cercare l’unità dei lavoratori e delle realtà politiche della sinistra per arrivare ad una grande mobilitazione contro la guerra, contro gli imperialismi, contro il liberismo e il capitalismo.

Controvento Ragusa

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